Lo incontrai per la prima volta quando, trascinando in maniera ridicola un carrello pesantissimo su di un marciapiede storto, ridendo mi chiese: «Vuoi una mano?». Gli risposi di no, ridendo a mia volta, ma me ne pentii pochi metri dopo, sebbene fosse ormai troppo tardi.
Da quel momento in poi, ogni volta che vado a fare la spesa e incontro quel ragazzo, mi viene spontaneo sorridergli , chiedergli come sta e se ha bisogno di qualcosa. Qualche volta anche lui mi risponde di no, altre volte mi chiede semplicemente del pane, altre ancora un po’ di frutta (e io magari gli aggiungo della cioccolata, ricevendo in cambio enormi sorrisi di approvazione).
Questo ragazzo si chiama Destiny, viene dalla Nigeria e, anche se parla italiano, preferisce l’inglese e io lo accontento.
I suoi vestiti sono perlopiù blu, che mi confida essere il suo colore preferito, perché gli mette tanta allegria! E poi… gli piace, è bello. Semplice, come lui.
Il suo sogno sa qual è ed è sicuro di esaudirlo, un giorno: avere un bel lavoro che lo faccia sentire realizzato.
È ingegnere meccanico ed esercitava questo lavoro quando era in Nigeria. Crede in se stesso, sa che può avere un lavoro e una vita decisamente migliore rispetto a quella che sta vivendo adesso.
In fondo ha 28 anni: può farcela e io glielo auguro con tutto il cuore.
Purtroppo non mi permette di fargli una foto… Mi chiede scusa, mi supplica di non arrabbiarmi (e me ne guardo bene), ma non si fida ancora di nessuno, mi confida con un sorriso.
Lettrici e lettori, se conoscete un modo per aiutare Destiny a realizzare il suo sogno o se state vivendo la sua stessa situazione, se volete comunicare o condividere qualcosa a riguardo… scrivetemi.
O lasciate qui di seguito il vostro commento…